Re: Papa po vdes!
cfare ndodh kur vdes papa...
CITTA' DEL VATICANO - Come negli ultimi anni, ''extra omnes', fuori tutti, sara' intimato dal Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie non meno di 15 giorni e non piu' di 20 dopo la morte del papa. Non ne e' prevista una durata massima e non e' necessario (ma non si prevedono novita') che l'annuncio del nuovo papa sia dato dalla tradizionale ''fumata bianca''. Di sicuro sara' il conclave piu' affollato della storia, al quale prenderanno parte 117 cardinali.
Ad essere eletto sara' il 265/o vescovo di Roma che per questo sara' il Papa, cioe' il Vicario di Gesu' Cristo, il successore di San Pietro, il Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, il patriarca dell'Occidente, il primate d'Italia, l'arcivescovo e metropolita della provincia ecclesiastica romana, il servo dei servi di Dio, il sovrano dello Stato della Citta' del Vaticano.
La scelta spetta ai cardinali elettori, che sono i cardinali che, al momento della morte di Giovanni Paolo II, non avranno ancora compiuto gli 80 anni. Non erano mai stati cosi' tanti: nei due conclavi successivi alla riforma di Paolo VI, che innalzo' a 120 il loro numero, furono 111 nel conclave del 25 agosto 1978 (finora il piu' affollato della storia), che avrebbe eletto Giovanni Paolo I e lo stesso numero (mancava Luciani, ma venne Wright, ammalato ad agosto) in quello del 14 ottobre, dal quale usci' Giovanni Paolo II.
A differenza di allora, l'inizio del conclave non vedra' piu' i cardinali capi dei tre ordini (vescovi, preti e diaconi) percorrere il ''recinto del Conclave'', grosso modo il Palazzo apostolico, compreso il Cortile di San Damaso, suonando la campanella per ricordare l'extra omnes. Il ''recinto'' questa volta comprendera' anche la Casa di Santa Marta e i cardinali non saranno davvero ''sotto chiave''. Non ci dovrebbero cosi' essere le ''ruote'' di metallo giallo che al cortile di San Damaso ed a quello del Pappagallo erano il contatto tra i conclavisti ed il mondo esterno.
Ma anche cosi', i cardinali non potranno avere contatti con l'esterno, ne' via telefono, ne' via radio. Non c'e' un espresso divieto per Internet, ma sembra implicito, anche perche' i cardinali elettori, ''dovranno astenersi dal ricevere o inviare messaggi di qualsiasi genere al di fuori della Citta' del Vaticano, essendo fatto naturalmente divieto che questi abbiano come tramite qualche persona ivi legittimamente ammessa. In modo specifico e' fatto divieto ai Cardinali elettori, per tutto il tempo della durata delle operazioni dell'elezione, di ricevere stampa quotidiana e periodica, di qualsiasi natura, cosi' come di ascoltare trasmissioni radiofoniche o di vedere trasmissioni televisive''.
In realta' nella 'Casa di santa Marta', costruita in Vaticano alla fine degli anni '90, che per la prima volta sara' residenza degli elettori (ma le votazioni si faranno sempre nella cappella Sistina) oltre ai cardinali, saranno ammessi cerimonieri, confessori, due medici, infermieri, personale di servizio. Quanti saranno, ancora non si sa, ma non sono mai stati pochi: nei due conclavi del 1978 furono 80 e 88. Tra loro, questa volta ci saranno anche ''persone di sicura fede e provata capacita' tecnica'' che accertino che ne' nella casa, ne' nella Sistina ''siano subdolamente istallati mezzi audiovisivi di riproduzione e trasmissione all'esterno'', cioe' microspie o telecamere nascoste. E non sara' possibile neppure vedere una registrazione 'ufficiale' di quanto accadra' in Conclave. E' infatti proibito ''assolutamente che, per qualunque pretesto, siano introdotti nei luoghi dove si svolgono le operazioni dell'elezione o, se gia' ci fossero, siano usati strumenti tecnici di qualunque genere, che servano a registrare, riprodurre e trasmettere voci, immagini o scritti''.
La Casa di santa Marta, cosi' fara' parte del ''recinto'' del Conclave, allargato per decisione di Giovanni Paolo II che di conclavi ha vissuto i due del 1978 per eleggere i successori di Paolo VI e Giovanni Paolo I. Ancora in quelle occasioni i cardinali, come accadeva da piu' di cinque secoli, dalla fine del '400, avevano avuto a disposizione solo le sale intorno alla cappella Sistina. E non c'erano stati grandi cambiamenti per i porporati, uomini per lo piu' avanti con gli anni, costretti nelle 'celle' ricavate nelle antiche sale del 1400 e del 1500 del palazzo apostolico. Alloggi di fortuna, scelti a sorte, spesso senza docce, ne' acqua corrente e neppure servizi igienici in camera, col vetusto pitale che, ogni mattina, ciascun giovane segretario dei porporati, detto 'conclavista', doveva andare a svuotare. ''Dopo il terzo giorno - commento' il cardinale di Genova, Giuseppe Siri - non se ne puo' piu' di vivere in queste condizioni. Magari si prende una sedia e la si fa Papa pur di uscire''.
E non succedera' piu' cio' che nel 1978 accadde al cardinale Suenens che, nella sua cella numero 88, si trovo' davanti il cardinale Landazuri in accappatoio che gli chiedeva il permesso di utilizzare la doccia, perche' nella sua ''cella'' non c'era. Non l'aveva neppure il futuro Giovanni Paolo II, come non l'aveva avuta, poco piu' di un mese prima, il cardinale Luciani. Entrambi, come tutti come gli altri cardinali, soffrirono anche il caldo di quell'estate. Il cardinale di Chicago, Cody, racconto' che la prima notte di conclave moriva dal sudore ed era stato costretto a farsi la doccia tre volte per lenire l'oppressione.
Quanto agli scrutini, se dopo il terzo giorno non si fosse eletto il papa, e' previsto un giorno di ''preghiera, di libero colloquio tra i votanti e di una breve esortazione spirituale''. Stessa procedura dopo altri sette scrutini inutili ed ancora dopo altri sette. A quel punto si potra' decidere una nuova procedura: si potra' continuare a cercare un candidato che raggiunga i due terzi dei voti, oppure optare per una elezione a maggioranza assoluta o per un ballottaggio. Sempre comunque i voti saranno per iscritto e segreti.
Arrivati alla scelta dell'eletto, a lui sara' posta la domanda: ''accetti la tua elezione a sommo pontefice?''; alla risposta affermativa, un tempo i cardinali facevano calare in segno d'ossequio i baldacchini che coprivano i loro tronetti. Erano di colore diverso (rosso o verde), a seconda se il cardinale era stato 'creato' dal papa appena morto, e quindi fosse in lutto, oppure da un predecessore. Ora non ci sono piu', anche perche' l'aumentato numero di porporati ha tolto lo spazio necessario. Ci sara' comunque l'ossequio dei cardinali, ultimo atto del Conclave, dopo che all'eletto sara' stata posta l'ultima domanda: ''come vuoi essere chiamato?''.
Ormai papa, l'eletto verra' condotto alla Camera lachrimatoria, una piccola stanza sulla sinistra dell'altare, che prende nome dalle lacrime che i papi appena eletti versano sulla propria nuova condizione. La' saranno stati collocati i tre abiti bianchi di taglia diversa. Nonostante tale possibilita', non sempre c'e' stata la taglia giusta: per Pio XII erano tutte troppo larghe, per Giovanni XXIII troppo strette.
Il nuovo papa indossera' la veste bianca e il cardinale protodiacono, Jorge Arturo Medina Estevez annuncera' alla gente riunita in piazza san Pietro: ''Nuntio vobis gaudium magnum: Habemus papam'' (vi annuncio una grande gioia: abbiamo il papa).