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Le missioni sulla Luna (qui, l'astronauta Schmitt) sono state finanziate dai governi.
Fra qualche anno ci penseranno i privati?
La Luna ai privati
Il governo degli Stati Uniti permetterà a una ditta privata di fotografare e allunare sul nostro satellite. Il veicolo spaziale della TransOrbital, una ditta californiana, dovrebbe partire dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan nel 2003, senza uomini a bordo. La TransOrbital ritiene che la Luna, che non dista più di quattro giorni di viaggio dalla Terra, sia pronta per essere sfruttata commercialmente.
E le entrate dovrebbero provenire da foto e filmati ripresi in loco, che potrebbero essere utilizzati nei videogiochi o in simulazioni di allunaggio; i filmati e le fotografie saranno infatti ad alta definizione, e potranno vedere oggetti lunghi fino a un metro. Per ottenere il permesso di trasportare il satellite con un razzo della Nasa, la TransOrbital ha dovuto dimostrare che il satellite non contaminerà la Luna con materiale biologico portato dalla Terra (come batteri o altro), non inquinerà la superficie con i rifiuti e non disturberà i precedenti siti di allunaggio.
 

Diavolessa

Valoris scriptorum
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Nemmesis zemer jane shume interesante c'fare ke shkruar. Sic e ke hapur temen vete ne fillim shkrimet le te jene ne gjuhe te huaja ose shqipe.
S'kam gje kundra, por do te me pelqente ne se do shkruaje dicka ne shqip. Jo per gje, por disa fjale duke lexuar njeri-tjetrin na rikthehen ne mendje.
pS: Eshte kerkese personale pasi me pelqejne shume. Flmnd.
 

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o.k po e marr parasysh sygjerimin.dhe po e nis me ate teme qe i pelqen sygjerueses.
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planeti jupiter do te perdoret per te matur shpejtesine e valeve gravitacionale.

sa i shpejte eshte graviteti?
nje radioteleskop i madh do te mase shpejtesine e valeve gravitacionale.sipas teorise se ajnshtajnit valet gravitacionale nuk mund te levizin me shpejt se drita,por deri tani nuk ka qene e mundur te verifikohet kjo hipoteze.ne fundjaven mes 7 dhe 8 shtatorit nje kuazar(d.m.th. nje yll ilarget qe leshon vale radio)kalon pas jupiterit,graviteti i te cilet duhet te perthyej valet e yllit duke e trasformuar imazhin e kuazarit nga nje pike ne nje unaze.por meqenese planeti leviz,te njejten gje ben edhe kampi i tij elektromagnetik.
GRAVITET DEFORMUES.sipas parashikimeve te sergei kopeiken,i i univeritetit te missourit ne kolumbia nese graviteti perhapet me shpejtesi te limituar (si ajo e drites)duhet te deformoje pas unazen qe paraqet kuazari.per te rritur precizionin do te perdoret nje grup radioskopesh,me emer Very Long Baseline Array,qe shkon nga ishujt virginia deri ne hawaii.edhe pse matjet jane bere rezultatet do te arrihen deri pas pak muajsh,sepse ndryshimi i imzhit te kuazarit eshte shume i vogel.
 

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zbuluar galaksia me e larget.
kerkimi ne fushen e astronomise beri nje hap perpara duke zbuluar nje galaksi te re me e largeta e pare deri tani.eshte larg nga toka rreth 15 miliard e gjysem vjet drite quhet Hcm-6A dhete dhenat e saj tregojne si ka qene universi ne nje moshe rreth 780 milion vjet.astronomet te koordinuar nga esther hu kane perdorur nje grup galaksish si lente gravitacionale per te amplifikuar sinjalin e dobet qe vinte nga galaksia Hcm-6A.galaksia-thone kerkuesit-po formohet ne periudhen e "erret"te universit,kur po formohen te gjitha galaksite e tjera.
 

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syri i maces ne nebulozen planetare NGC 6543
nje sy maceje ne galaksine tone.
nje nga imazhet e fundit te ardhura nga Nordic Optical Telescope i ishujve Canarie ka kapur nebulosen planetare NGC 6543, e quajtur syri i maces.
te gjitha yjet behen nebulosa?
rreth 95 % e yjeve te galaksise tone perfshi diellin mbarojne e gzistencen e tyre si nebulosa planetare ndersa 5% e formuar nga yje 8 here me te medha se dielli behen supernova.keto nebulosa skane te bejne fare me planetet edhe pse emrin e kane marre nga vezhgimet astronomike te shekullit te kaluar qe i ngaterruan keto me grupe planetesh te vertete.
kemi te bejme me fundin e nje ylli qe nxjerr pjesen me te jashtme duke shperthyer me nje llojshmeri ngjyrash te gazte.ne rastin e nebuloses syri i maces eshte formuar nga azoti qe ka prodhuar tymra te kuq dhe oksigjeni qe i ka krijuar jeshil dhe blu.gjithe kjo e ben spektakolare vezhgimin e tyre.
 

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pianeta Ogle-TR-56b.
Il pianeta dove piove ferro
nje teknike e re qe tregon planetet rreth yjeve te larget ka zbuluar nje bote ku jeta sigurisht nuk ekziston.eshte nje planet me i largti i zbuluar qe rrotullohet rreth nje ylli larg 5000 vjet dritene nje distance nga ylli vete qe shkon ne 1/50te asaj nga toka ne diell.viti ne kete planet shkon deri ne 29 oredhe temperaturaeshte aq e larte (rreth 17000 grade)qe metalet shkrijne.per kete zbuluesit kane ipotizuar nje mjegull dhe shi te perbere nga hekur.
 

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Alcuni asteroidi sullo sfondo del Sole. Gli astronomi ne hanno scoperto una famiglia molto giovane.
Una famiglia di asteroidi
Non è sempre facile capire l'origine dei milioni di piccoli corpi celesti che orbitano nel sistema solare, soprattutto perché le migliaia di collisioni che hanno subito dal momento della loro nascita ha confuso l'orbita originale. Un gruppo di ricerca di Boulder, in Colorado (Usa) ha scoperto con un'analisi statistica alcuni gruppi di rocce che sembrano avere un'origine molto vicina nel tempo. Secondo David Nervorný, che ha pubblicato la sua ricerca su Nature, il gruppo di asteroidi da loro scoperto ha non più di 5 milioni di anni, e quindi gli asteroidi che lo compongono sono ancora relativamente vicini fra loro e quindi seguono orbite ancora poco perturbate. L'intera famiglia è composta da due grossi corpi (con un diametro di 19 e 14 chilometri) e altri 37 che vanno da 2 a 7 chilometri. Studiare le orbite di questi asteroidi servirebbe a capire sia stata l'origine e soprattutto l'evoluzione degli asteroidi, e quindi anche quali possono essere i futuri pericoli per la Terra.
 

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Un piccolo cratere all'interno del cratere Newton, visto dal Mars Global Surveyor Orbiter. I canali sono indizi della presenza d'acqua.
© Nasa.
Marte, scolpito dall'acqua
I canali osservati su Marte potrebbero essere stati causati dallo scioglimento delle nevi e, quindi, dai conseguenti rivoli di acqua in grado di incidere lentamente il pianeta rosso. È il risultato di una ricerca effettuata da Philip Christensen, geologo americano dell'Università di Tempe, in Arizona, di recente pubblicata su Nature. Il ricercatore sostiene che nel corso di centinaia di migliaia di anni, Marte si sia inclinato di 20 gradi sul suo asse; in questo modo, uno dei poli si sarebbe ritrovato più esposto al sole e, quindi, maggiormente sottoposto al calore.
Immagini dallo spazio. Lo studio è basato su immagini raccolte dai due veicoli spaziali, Mars Odissey della Nasa e Mars Global Surveyor. Fu quest'ultimo, nel 2000, a permettere il rilevamento di canali sul pianeta, suggerendo la presenza di acqua liquida in prossimità della superficie. Le immagini spaziali hanno rilevato la presenza di neve sul versante dei poli, le aree più fredde; durante i periodi più caldi, la neve inizia a sciogliersi lungo i punti più alti delle dorsali e questo spiegherebbe la posizione da cui partono i canali. La spiegazione del geologo americano mette in discussione le precedenti teorie, secondo le quali i canali sarebbero il risultato del ribollimento dell'acqua da sorgenti sotterranee o una conseguenza dell'anidride carbonica ghiacciata.
 

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Nel corpo o fuori? Una struttura cerebrale ci induce a credere
di essere al di sopra del nostro corpo.
Fuori dal corpo; ma nel cervello
Si chiamano “esperienze extracorporee”; sono quei brevi momenti in cui sembra di essere fuori dal corpo, fluttuanti a pochi metri dal suolo. Molto è stato scritto su queste esperienze, ma nessuno capiva quale ne fosse la causa. Ora alcuni ricercatori svizzeri hanno scoperto, in una parte del cervello che si chiama “giro angolare”, un centro che sembra coordinare informazioni che riguardano l'equilibrio e la posizione del corpo nello spazio. I risultati provengono da una serie di analisi cui è stata sottoposta una donna affetta da epilessia. Quando nel cervello sono stati introdotti degli elettrodi per registrare gli attacchi di epilessia e controllarne la fonte, la paziente ha denunciato di “affondare nel letto” o cadere dall'alto”. Poi sono arrivate le esperienze extracorporee, come osservarsi da sopra il letto, galleggiare o sentirsi leggera. Secondo i ricercatori, le esperienze extracorporee sono un difetto di comunicazione tra parti del cervello, in particolare nel giro angolare, una parte importante di un circuito che elabora le percezioni corporee.
 

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Quando l'antidrogeno incontra l'idrogeno, i due atomi esplodono (lasciando le strisce gialle e rosse).
Il gruppo al Cern ha creato ben 50.000 atomi di antidrogeno.
© Athena collaboration.
50.000 antiatomi
Un gruppo di ricercatori (che comprende parecchi fisici italiani dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) ha creato un gruppo di atomi che potrebbe sconvolgere la fisica moderna. Per la prima volta, il gruppo di ricerca è riuscito a creare circa 50.000 atomi di antidrogeno con bassissima energia. Gli antiatomi sono costituiti dagli stessi componenti degli atomi normali, cioè elettroni e protoni. Ma ognuna di queste particelle ha carica di segno opposto: gli antielettroni (positroni) sono positivi, gli antiprotoni sono negativi. Il Modello Standard della fisica, su cui si basa la nostra rappresentazione di come le particelle elementari interagiscono, sostiene che atomi e antiatomi devono essere equivalenti e quindi comportarsi allo stesso modo in tutte le condizioni, come se fossero immagini allo specchio. I 50.000 atomi, ci dice la ricercatrice dell'INFN di Genova Gemma Testera a nome del gruppo italiano ATHENA (questo è il nome dell'esperimento) di cui è responsabile nazionale, sono ibernati a temperature bassissime; poche decine di gradi sopra lo zero assoluto, una condizione ideale per sottoporli ad alcuni importanti esperimenti.

Antidrogeno alla prova . Uno di questi riguarda la misura dell'energia dei positroni in orbita attorno agli antiprotoni. I corrispondenti valori per gli elettroni in orbita attorno ai protoni nel normale atomo di idrogeno sono stati determinati con estrema precisione. Se ci fossero differenze tra gli antiatomi di idrogeno e gli atomi normali, sarebbe messo in discussione un teorema importante della fisica delle particelle (che si chiama CPT, e descrive alcune caratteristiche delle particelle elementari e degli atomi). Con esso cadrebbe non solo il Modello Standard, ma l'intero approccio teorico alla descrizione delle interazioni fondamentali tra particelle elementari e tra atomi.

La bilancia degli antiatomi . Oltre a questo ci sono altre domande a cui si potrà dare risposta. Quanto pesa un antiatomo? Prosegue la ricercatrice: «L'antidrogeno con bassissima energia può essere sottoposto alla forza di gravità, per vedere se davvero pesa come l'idrogeno normale. Questo è quello che prevede la teoria della relatività generale di Einstein. Ma una teoria non può essere considerata definitiva fino a che non include effetti quantistici (che riguardano cioè i fenomeni fisici a livello degli atomi), e la teoria di Einstein non lo fa. Molti tentativi di estensione della teoria di Einstein in questa direzione suggeriscono che la forza di gravità esercitata dalla Terra su un atomo di antidrogeno potrebbe essere diversa da quella esercitata su un atomo di idrogeno.

Perché vinse la materia? La risposta a queste domande contribuirà a chiarire uno dei misteri che riguardano l'origine dell'Universo: materia e antimateria erano presenti in parti uguali al momento della grande esplosione primordiale (Big Bang) dalla quale si è originato tutto ciò che ci circonda. Ma perché nel nostro universo ora non vediamo tracce di antimateria? Se materia e antimateria si comportano in modo così identico allora forse da qualche parte lontano da noi esistono antistelle o antigalassie... Oppure c'è qualche piccolissima differenza tra materia e antimateria che non abbiamo ancora capito?».
 

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Il telescopio spaziale Hubble potrà beneficiare delle vernice "più nera del nero". © Nasa
Il nero più nero del nero
Un gruppo di studiosi inglesi ha creato il nero più nero, una piastra metallica che assorbe più luce di ogni altro materiale. E quindi riflette da 10 a 20 volte meno luce di tutte le vernici finora utilizzate. Il risultato potrebbe avere conseguenze importanti per la riduzione di riflessioni non volute in strumenti di precisione, come il telescopio Hubble. I fisici del laboratorio nazionale di fisica britannico sono riusciti a ottenere il “nero più nero che c'è” con un doppio passaggio. Dapprima hanno ricoperto l'oggetto da far diventare nero con uno strato di nickel e fosforo, che conteneva tra il 5 e il 7 per cento di fosforo. Poi hanno corroso la superficie con acido nitrico, che ha prodotto una struttura superficiale supernera. È proprio la percentuale di fosforo il segreto; infatti con circa il 76 per cento di fosforo la superficie si ricopre di piccoli crateri che assorbono la luce molto meglio delle piccole stalagmiti che si formano quando c'è più fosforo.
L'uso di questo super nero negli strumenti non sarà influenzata dalla temperatura, e quindi potrà essere usato anche in satelliti artificiali in orbita intorno alla Terra per controllare lo stato del pianeta.
 

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Anche i bambini piccolissimi hanno l'intelligenza per apprendere linguaggi stranieri.
Bambini, potenziali poliglotti
Più si cresce più si ha difficoltà nell'apprendimento di una lingua straniera. Già dai 6 ai 12 mesi di età, infatti, ci si concentra sempre di più sui suoni della lingua nativa e si inizia a perdere l'abilità a discriminare i fonemi di altri linguaggi. La neuroscienziata Patricia Kuhl, dell'Università di Washington, ha però dimostrato che diminuendo i tempi di esposizione a una lingua straniera, il livello di percezione dei suoni migliora. A patto, però, che si interagisca con una voce umana e non “metallica”.
A lezione di cinese. Nel corso di uno studio sperimentale, un gruppo di bambini americani di circa 9 mesi d'età è stato esposto alla lingua cinese per dodici sessioni (suddivise in 4 mesi) della durata di 25 minuti. Le sessioni sono state condotte da quattro cinesi madrelingua, due uomini e due donne, e i bambini sono stati testati nella loro capacità di discriminare tra due suoni cinesi, inesistenti nella lingua inglese. Un secondo gruppo di bambini è stato sottoposto allo stesso esperimento, ma con l'utilizzo di un Dvd realizzato ad hoc e di audiocassette. È risultato che la performance dei bambini americani nel distinguere i fonemi è stata equivalente a quella di un gruppo di bambini di Taiwan della stessa età (che, quindi, ascoltava la lingua nativa cinese da circa 9 mesi) e che i bimbi del secondo gruppo, privati dell'interazione sociale, non hanno mostrato alcuna capacità di discriminazione fonetica.
 

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Anche se non sembra, arrabbiarsi non ha sempre conseguenze negative.
Arrabbiarsi fa bene al cuore
Lasciarsi andare una volta ogni tanto a uno sfogo di rabbia riduce della metà il rischio di attacchi di cuore, e in modo significativo il pericolo di infarto. Lo rivela una ricerca condotta alla Scuola di salute pubblica dell'Università di Harvard su 23.522 persone, tutti maschi tra i 50 e gli 85 anni. Tra gli individui colpiti da infarto, la maggior parte dei casi si è rivelata a carico di persone che tendono a reprimere l'ira e a manifestarla raramente in modo discreto. Coloro che si abbandonano invece, di tanto in tanto, ad accessi più violenti corrono un rischio inferiore. Ciò non toglie comunque, come hanno dimostrato ricerche precedenti, che manifestazioni di ira croniche e frequenti siano legate a malattie coronariche. La ricerca traccia quindi una mappa più complessa del rapporto tra malattie cardiovascolari e stati d'animo legati alla rabbia, ritenuta un tempo sempre e comunque dannosa per il cuore. Sui risultati, affermano gli studiosi, potrebbe comunque aver influito anche l'età e lo status socioeconomico delle persone controllate, tutte moderatamente benestanti. Stili di vita più sani e la possibilità di esprimere i propri sentimenti più liberamente può modificare l'effetto potenzialmente negativo di rabbia e ostilità.
 

shine*

Primus registratum
Re: fokus 360 grade

Urime per temen, dhe flmd per informaionet shume interesante. Jane pak a shume si ato qe me vijne ne email, po te pakten ti ke bere mundimin dhe i ke perkthyer disa prej tyre ne Shqip.

E' nato Babybot, il robot neonato
Ha visto la luce ieri, 9 marzo 2003, a Genova, il
primo baby-robot, nato per simulare il comportamento dei neonati e capirne lo sviluppo intellettivo durante il primo anno di vita. I genitori del primo
bambino d'acciaio sono due scienziati del
dipartimento di Informatica e Sistematica avanzata
dell'Università ligure, il professor Giulio Sandini e il giovane ricercatore Giorgio Metta, i quali
spiegano che il cervello elettronico di babybot è
stato programmato come quello di un bambino, che
"impara a tentativi, sbagliando, ma trovando
soluzioni giuste". A differenza di altri robot, che
si bloccano di fronte a situazioni sconosciute,
perché le riconoscono come errori, il robot-neonato, di fronte all'imprevisto, ha a disposizione milioni di possibilità, tra cui deve scegliere nell'arco di un secondo, per mettere in pratica, infine, la soluzione giusta. Studiando i suoi comportamenti dunque, i ricercatori sono in grado di capire in che modo si generano i danni irreversibili che colpiscono il cervello e il sistema nervoso del neonato e di elaborare così una diagnosi precoce.
 

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L'impatto di un asteroide sulla Terra. Sebbene poco probabile, potrebbe avere effetti devastanti.
Il nemico viene dallo spazio
I potenziali killer sono più di duemila, e circolano liberamente sopra alle nostre teste. Gli scienziati stanno completando il monitoraggio dei Neo (near earth objects) , asteroidi e piccole comete che potrebbero in futuro decidere di terminare il loro viaggio entrando nella nostra atmosfera. E hanno lanciato l'allarme: un quarto di essi, ma le stime arrivano anche alla metà, prima o poi cascheranno producendo effetti disastrosi. Intervenendo al meeting annuale della American Association for the advancement of science.Geoffrey Sommer della Rand Corp, un ente privato americano che effettua ricerche e elabora strategie di intervento, creato inizialmente dalle Forze armate Americane, ha presentato un piano di interventi per affrontare una eventuale collisione.
Colpo secco. Oltre a prevedere un motoriaggio continuo dei Neo, suggerisce anche una serie di azioni di sensibilizzazione nei riguardi di politici perché vengano assicurati programmi di aiuto per le popolazioni colpite. In realtà solo i Neo che hanno un diametro superiore a 1 chilometro sono considerati pericolosi. In ogni caso l'analisi statistica degli eventi accaduti in passato ha rivelato che in media un impatto grave si verifica solo ogni 100 mila anni. L'ultimo è avvenuto nel 1908 a Tunguska, e ha bruciato centinaia di chilometri di steppa siberiana. La Nasa prevede di completare lo studio dello spazio prossimo, vale a dire fino a 200 milioni di chilometri di distanza dalla Terra, entro il 2008. E per quella data avremo un idea più chiara di quali potrebbe essere il nostro prossimo nemico.
 

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Ludwig van Beethoven ritratto nel 1820 all'età di 50 anni.
È vero che Beethoven era sordo?
Sì, il grande compositore Ludwig van Beethoven era affetto da sordità. Già intorno ai trent'anni, dichiarava di avere difficoltà a capire le parole di una persona che parlava a bassa voce. Per ascoltare gli attori a teatro, inoltre, era costretto a mettersi vicino all'orchestra. La crescente sordità tuttavia lo gettò in uno stato di profonda prostrazione, che nel 1802 lo spinse persino a tentare il suicidio. A causa dei problemi di udito Beethoven si isolò progressivamente dalle persone che lo circondavano, compromettendo molte relazioni sociali e affettive. Nel 1819, otto anni prima della morte era completamente sordo. Nonostante ciò, Beethoven continuò a comporre: la celebre nona sinfonia con l'Inno alla gioia fu scritta nel 1824.
 

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Il cervello di Albert Einstein, fotografato nel 1955 alla morte dello scienziato.
Einstein ha lasciato in eredità il suo cervello?
Albert Einstein ha permesso agli scienziati di studiare a fondo il suo cervello, lasciandolo in eredità ad alcune università americane. Alla morte dello scienziato nel 1955 a 76 anni, il cervello fu subito rimosso dal corpo (erano passate soltanto sette ore) e conservato per future ricerche.
Il cervello di Einstein non è molto più grande di altri cervelli. Tuttavia i lobi parietali, sede delle facoltà matematiche, musicali e del linguaggio, sono più ampi del normale di circa il 15 per cento e questo potrebbe spiegare le sue straordinarie capacità. Inoltre Einstein non aveva un solco (chiamato la scissura di Silvio) che percorre quest'area e che normalmente organizza i pensieri in quella zona del cervello. Si pensa che proprio questa assenza permettesse ai neuroni di comunicare tra loro più facilmente.
L'idea che il genio di un individuo sia legato alla struttura del cervello riveste ancora un grande interesse tra i neuroscienziati.
 

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I computer che, ai box, elaborano i tempi di passaggio delle auto nel corso di una gara di Formula Uno.
Formula Uno: come avviene il cronometraggio?
Per registrare il passaggio delle automobili sulla linea di traguardo esistono due sistemi, oltre al cronometraggio manuale. In Formula Uno viene usato un trasmettitore di impulsi elettromagnetici, fissato allo chassis delle singole vetture. Al momento del passaggio sul traguardo, questi impulsi sono raccolti da un cavo interrato nell’asfalto, generando così un segnale che mette in moto un cronometro, che li traduce in tempi. Il cronometro, a sua volta, è collegato via cavo a un computer, che memorizza i dati e li elabora, calcolando a ogni giro il tempo di ogni concorrente e, facendo una semplice sottrazione, il distacco fra le vetture.
L’altro sistema usato è quello delle fotocellule, cioè un fascio di luce che viene interrotto dal passaggio delle automobili.
Le fotocellule hanno però un inconveniente: possono rilevare i passaggi soltanto se tra le automobili che sono sulla linea c’è un distacco minimo di sei centesimi di secondo. Se le automobili sono più vicine o addirittura accostate, allora è il cronometrista che deve stimare il distacco a “occhio”.
 

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I due punti verdi sul corpo dell'ameba sono il nuovo e sorprendente Mimivirus, grande più di alcuni batteri.
Il gigante dei virus
Il luogo è peculiare: una torre di raffreddamento in Inghilterra. L'organismo ancora di più: dopo qualche anno di studio, i ricercatori che hanno scoperto lo strano essere (trovato su un'ameba) si sono resi conto di aver di fronte un virus, non un batterio. Un virus con caratteristiche straordinarie. Prima di tutto le dimensioni: circa 0,0004 millimetri, centinaia di volte più di ogni altro virus conosciuto. Poi il patrimonio genetico; composta da circa 800.000 coppie di basi, è molto più grande di quello di alcuni batteri e ovviamente di altri virus. Gli autori dello studio hanno anche fatto un'analisi per capire dove si situi questo enorme virus nell'albero filogenetico. E hanno scoperto che il Mimivirus (così chiamato perché imita nell'aspetto i batteri) è un virus molto antico e primitivo, diverso dalla maggior parte degli altri virus conosciuti.
 

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La visualizzazione di un protone, con tre quark che lo compongono. A volte la struttura non è perfettamente sferica.
I protoni non sono sferici
Può essere una sorpresa per coloro che hanno visto le rappresentazioni degli atomi si libri di fisica, eppure sembra proprio che i protoni non siano perfettamente sferici. O meglio, a riposo il protone ha la forma di una palla, ma in particolari condizioni può avere la forma di una palla più oblunga o deformata. Tutto dipende, secondo alcuni esperimenti condotti da Gerald Miller, dalla velocità e dalla “rotazione” (spin) dei quark, i componenti essenziali delle particelle subatomiche. Se a formare i protoni sono quark lenti, la forma della particella è sferica. Se invece nei protoni ci sono quark molto veloci, i protoni stessi possono prendere forme diverse; a nocciolina, a ciambella, a palla da rugby.
La fisica in bilico. «I quark sono come prigionieri che si muovono velocemente all'interno di una cella; quando vanno a urtare contro un muro, possiamo misurare questo effetto», dice Gerald Miller, uno degli autori del lavoro. La varietà delle forme è quasi infinita, e dipende anche dallo spin del protone che i quark compongono. La prima conseguenza (marginale) di questo lavoro è che molti libri di testo dovranno essere riscritti, o almeno ridisegnati. Ma gli autori non sono sicuri di quale potrebbe essere l'effetto sull'intero corpus delle leggi fisiche.
(Notizia aggiornata al 7 aprile 2003)
 
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