Dedikime

makuciko

Forumium praecox
Re: Dedikime

S'je fajtore

Ndarja e jonë erdhi prej teje,
ashtu si bora, dimrin ka shkak.
Mes nesh mbeti hiçi në trajtë mjegulle
dhe një ndajfolje e hidhur: "larg".

Megjithatë, ti s'kishe faj.
Padijen s'mund ta akuzoj për ç'ndjej.
Për gjith'sa ndodhi, ti ishe shkak,
por shkak i pafajshëm, si Enola Gei.
 

bebi

Primus registratum
Re: Dedikime

</font><blockquote><font class="small">Citim:</font><hr />
Për J...

Ajo ua rrëmbeu vallzimin
gjethepemëve nën erë
për t'ua dhënë flokëve të vet.
Thellësinë e honeve
e mori për shikimin e syve.
Butësinë, bardhësinë dhe pastërtinë hijeshore të reve
e veshi për lëkurë.
Statujave antike të pakoka
ua përvetësoi harmoninë trupore.
Hapin e lehtë të sorkadhes
e bëri ecje të sajën.
Hënën e la fatkeqe mes yjeve farfuritës
dhe vetminë hënore
vetes ia blatoi.
Kodrave ua humbi lartësinë harkore,
i shpronësoi prej bukurisë dehëse,
prej pjellorisë vreshtore
duke i vendosur natyrshëm në gjoks të saj.

Në fund,
në një natë hyjlindëse,
ajo e braktisi dritën
për t'i vjedhur një deti pabesisht emrin.

Vetëm paskëtaj tha
Jam unë!

[/ QUOTE ]


... /pf/images/graemlins/smile.gif
 

cacol

Forumium maestatis
Re: Dedikime

</font><blockquote><font class="small">Citim:</font><hr />
If Tomorrow never comes
-----------------------

If I knew it would be the last time
that I'd see you fall asleep,
I would tuck you in more tightly
and pray the Lord, your soul to keep.

If I knew it would be the last time
that I see you walk out the door,
I would give you a hug and kiss
and call you back for one more.

If I knew it would be the last time
I'd hear your voice lifted up in praise,
I would video tape each action and word,
so I could play them back day after day.

If I knew it would be the last time,
I could spare an extra minute or two
to stop and say I love you,
instead of assuming you would KNOW I do.

If I knew it would be the last time
I would be there to share your day,
well I'm sure you'll have so many more,
so I can let just this one slip away.

For surely there's always tomorrow
to make up for an oversight,
and we always get a second chance
to make everything right.

There will always be another day
to say our I love you's,
And certainly there's another chance
to say our "Anything I can do's?"

But just in case I might be wrong,
and today is all I get,
I'd like to say how much I love you
and I hope we never forget,

Tomorrow is not promised to anyone,
young or old alike,
And today may be the last chance you get
to hold your loved one tight..

So if you're waiting for tomorrow,
why not do it today?
For if tomorrow never comes,
you'll surely regret the day,

That you didn't take that extra time
for a smile, a hug, or a kiss
and you were too busy to grant someone,
what turned out to be their one last wish.

So hold your loved ones close today,
whisper in their ear,
Tell them how much you love them
and that you'll always hold them dear,

Take time to say "I'm sorry, please forgive me,"
"thank you" or "it's okay".
And if tomorrow never comes,
you'll have no regrets about today.

---------------------
"When God created sunrise, He was trying to copy your smile."

[/ QUOTE ]


Perdora sot keto vargje qe kaq "dhunshem" pershkruajne situaten qe po jetoj, flm per postimin e tyre Guraxo /pf/images/graemlins/smile.gif
 

abs

nuk e di...
Re: Dedikime

FJALES

Me e lakuriqt se vete lakuriqsia je ti.
Instrumenti transparent nder me te depertueshmit.
Esencialja produktive i botes se mrenshme je ti.
Si Vaji Motorim ve ne levije Materien, e cila per hierin tend shkaterron gjithçka.
Ti me mbyt,
me ngre aq lart,
me ze Frymen,
me lumturon,
me je aq e rende,
me provokon Stomakun,
me je aq e embel,
me je aq shume.
Si Vetetim çan turbullirat e Mendjes e me shkendija rrufesh ndriçon relativisht ate.
Ti noton ne Oqeanin e mbrenshem ku deshirat e zveshura lakuriq perpiqen te ndertojne ekuilibrin me realitetin.
Ti lajthitje e endrrave te çmendura, te fshehura nen maska te blinduara, edhe ne heshtje kumbon gurgullimi i burimit tend si nje vullkan i stuhishem.
Ti je Dielli qe deperton deri ne skajet me te errta te labirinthit, e fuqishem te rremben, rritmin Zemres ja sjell ne shpejtesi dinamike.
E regjur nga kohrat, e komplikuar ne mendjet, e panumrueshme e merzitshme e njekohesisht e perzgjedhur, e thjesht, e rradhe-je ti, ashtu si vete e mrekullushmja dashuri.
Ti konkuron veprimin, mbi kauze nderton struktura relative e ura te padukshme. Me magjeps.
O Fjala, fol te te shikoj , te te adhuroj, te te preki, te zihemi, te zemrohemi, te sqarohemi, te rritesh brenda meje, te te mbaj me vehte, te te perzgjedh, e te te dua.
Fol qe te shoh me tej...
© by abstract
 

epremte

Primus registratum
Re: Dedikime

u cane /pf/images/graemlins/tonguee.gif

Il Pornosabato dello Splendor

Sono anch'io di Sompazzo, un paese piccolo che una volta era ancora più piccolo. Ero giovane ed i tempi erano diversi. Allora nel nostro paese il massimo del peccaminoso erano i calendari da barbiere e quelli da meccanico. Alcuni erano celebri, come il calendario delle gomme Fazioli, in cui miss Gennaio aveva un bikini di catene da neve e miss Luglio si abbronzava spalmandosi l'olio dei freni. Noi ragazzi andavamo a turno nell'officina per guardarlo, e c'era un raccoglimento da Louvre. Una volta che un rappresentante portò da Roma la famosa foto di Marylin nuda sul velluto, ci fu nella zona la perdita di 600 ore lavorative, e bisognò dividerla in quattro per soddisfare le richieste.
Andò avanti così fino a quando non si aprì a Sompazzo il primo locale veramente moderno e spregiudicato, il cinema Splendor.
Esternamente non era un gran che: l'entrata sembrava un ambulatorio dentistico, la cassa era un tavolo da cucina e il servizio bar era sempre aperto, nel senso che se dalla finestra chiedevi una birra dal bar di fronte te la lanciavano al volo. L'interno, opera del geometra Portogalli, era invece di gusto squisito. Oltre alle sedie di un delicato verde rana e al pavimento in marmolato, di particolare bellezza era il soffitto. Ad esso il geometra, dopo aver sentito parlare di "cinema a luci rosse", aveva appeso ventotto mostruosi globi purpurei uno accanto all'altro in una struttura imitante la catena molecolare. Questi globi però non funzionavano mai più di tre alla volta, anzi quasi a ogni proiezione un globo cominciava a friggere e scoppiettare coprendo l'audio, al che la maschera gridava: "Occhio alla mela" e tutti trovavano rifugio sotto i sedili. Il globo precipitava esplodendo e il film poteva riprendere.Abbiamo detto "la maschera". Infatti il padrone del cinema, avendo appreso che tutti i cinema seri hanno una maschera, aveva vestito il figlio di dodici anni da Zorro. Zorro aiutava la gente a trovare il posto e li invitava a tenere le scarpe, almeno per il primo tempo.
La programmazione iniziale del cinema Splendor fu varia, dovendo accontentare un pò tutti. Il primo cartellone era scritto interamente a mano e, se ben ricordo era il seguente:
Domenica - Film Breve incontro con Trevor Ovard e Celia Gionson. Sentimentale americano per tutti.
Lunedì- Missione disperata - Con Gary Cooper - Guerra azione e bombardamenti per chi non ne ha avuto abbastanza.
Martedì - I sette samurai. Per persone di una certa cual cultura.
Mercoledì - Riposo.
Giovedì - Bambi - di Walt Disney - Una delicata fiaba per grandi e piccini.
Venerdì - Maciste contro il Minotauro - Con Maciste. Per tutti.
Sabato - Giochi proibiti di ragazze per bene - di Adults Only - vietato ai minori di 16 anni.
L'apparizione del cartellone suscitò molti e svariati commenti. I bigotti del paese dissero che eravamo ormai una succursale di Sodoma, che la maggior parte di noi riteneva in provincia di Parma. La proprietaria del bar, Rita detta Ritona, opinion-leader delle donne, obbiettò che "o si é per bene o si fanno i giochi proibiti", lei non era moralista ma "ci piaceva la precisione".
Molti chiesero chi era Adults Only e il padrone del cinema rispose che era un regista americano specializzato in film porno e c'era il suo nome su moltissime pellicole. Dante il rappresentante litigò col geometra sui nomi in inglese, soprattutto sul fatto se Gary Cooper si pronuncia Coper o Cuper.
- Ignorante - diceva il geometra - non lo sai che la doppia o si pronuncia "u"?
- Ah sì? - rispose Dante e tu come dici, cooperativa o cuperativa?
E la ebbe vinta.
Il debutto col film sentimentale americano ebbe un grande successo, ma poiché erano intervenute tutte le vecchiette mezzo sorde del paese, ogni tanto qualcuna si alzava in piedi e diceva: - Non ho capito cosa hanno detto, torni indietro per favore. - E l'operatore ripeteva la scena. Così Breve incontro durò esattamente cinque ore e mezza.
Anche per Missione disperata ci fu qualche problema. Dovete sapere che ai quei tempi non era possibile che sullo schermo apparisse un aereo senza che tutti cercassero di abbatterlo con la bocca. I più famosi rumoristi da cinema, allora, erano i tre fratelli Miti, i quali erano in grado di emettere qualsiasi suono dalla mietitrebbia al grillotalpa. Perciò appena sullo schermo apparve la squadriglia giapponese, dalla sala partì una controffensiva che fece tremare il soffitto e schiantare quattro globi.
Cominciarono a volare bottiglie e scarpe, e quando apparve l'ammiraglio Yamamoto dall'ultima fila si alzò tale Bigattone, ex partigiano, e tirò un gran fucilata sullo schermo. All'uscita, a chi chiedeva com'era finito il film, il pubblico unito rispose "Non lo so, ma abbiamo vinto noi."
Al film del martedì c'era un pubblico misto. Gli intellettuali della zona, e anche molti salumieri e commercianti, perché era girata la voce che il film si chiamava "i sette salumai", vita amore e morte nel sordido mondo dei prosciutti.
Quando Bigattone vide di nuovo i giapponesi, si lamentò perché non lo avevano avvertito di riportare lo schioppo. Inizialmente la spaccatura in sala fu netta. Dalla fila dei salumieri volavano pernacchie come sciabolate e da quella degli intellettuali dei "Zitti!" astiosi. Poi, poco alla volta, il film conquistò tutti. Finì con il pubblico in piedi a roteare sedie e a incitare Toshiro Mifune. Seguirono due mesi di giapponesizzazione della zona. Tutte le volte che si andava a comprare un etto di mortadella i salumieri si esibivano in numeri di spada con l'urlo e ce n'era uno, Maramotti, che cambiò il nome in Maramoto e obbligò la moglie a mangiar polenta con i bacchettini.
Riposo fu un grande successo perché in trenta pagarono il biglietto e andarono dentro a dormire.
Giovedì Bambi fece sessanta spettatori e trecento gelati.
Venerdì per Maciste c'era il tutto esaurito. Qualcuno era venuto addirittura vestito da Maciste, cioè senza maglietta. Sudavamo come bestie, perché c'era vera partecipazione allora, e tutte le volte che Maciste alzava la clava partiva l'urlo "Giù l'asso di bastoni", e quando tirava su un macigno metà sala si alzava in piedi, gonfiava il collo e sollevava per solidarietà chi una sedia, chi la moglie. Alla fine del primo tempo parecchi non ce la facevano più dal mal di schiena, e c'era ancora da affrontare il Minotauro.
Il secondo tempo iniziò con la danza del ventre eseguita dalla ballerina sudamericana Chelo Alonso, diva quanto mai amata dalle nostre parti. La scena fu sottolineata da boati di entusiasmo e tentativi di imitazione da parte delle signore presenti, le quali però, avendo una circonferenza assai maggiore della diva, stordirono a culate diversi spettatori.
Alla scena più importante, l'entrata nell'antro del Minotauro, non si sentiva volare una mosca. Quando il mostro apparve ci fu però una certa delusione. Chi diceva che assomigliava alla mucca di Alfredo, chi ad Alfredo stesso. Soprattutto non si era d'accordo sul modo di eliminarlo. Alcuni proponevano il verderame, altri un grosso amo con esca a granoturco. Quando Maciste lo fece fuori a randellate, venne lungamente fischiato perché una bestia non la si ammazza così.
Il film terminava con Maciste che si allontanava a cavallo pronunciando la famosa frase: "Ovunque un forte calpesta un debole il mio posto e là.". Il che causò dieci minuti di applausi e il famoso commento di Bigattone "Allora ne hai da fare dei chilometri, Maciste."
Poi venne il giorno fatale: il pornosabato che cambiò la storia del nostro paese. Alle due del pomeriggio già una cinquantina di uomini si aggiravano nei paraggi del cinema dove si sarebbe proiettato Giochi proibiti di ragazze per bene.
Alcuni portavano sciarpe fino sul naso nonostante fosse maggio inoltrato. La metà fu catturata e riportata a casa dalle consorti. Ad altri nove mancò il coraggio e una volta arrivati davanti alla cassa cambiarono idea e dissero: - Ha mica visto Enea, che avevo appuntamento con lui qui davanti? - e fuggirono. Dimodo ché quando Enea Baruzzi per primo entrò nel cinema, gli chiesero se non si vergognava a fare aspettare tutti quegli amici. Dopo che Enea ebbe rotto il ghiaccio, entrò un manipolo di arditi: io, Bigattone, Ettore, Dante, l'idraulico Talpa, il geometra Portogalli, i fratelli Miti, Spiedino, nonno Celso e per ultima la giornalaia Iris con il figlio Cesarino, perché era convinta che dessero ancora Bambi e nessuno ebbe il coraggio di dirle la verità.
Calò il buio nella sala e fin dalla prima scena, il famoso duetto tra l'idraulico e la cameriera, fioccarono i commenti. L'idraulico Talpa obiettò che il suo collega del film aveva una chiave inglese sbagliata, ma fu zittito. Tutti ci alzammo in piedi e iniziammo a esprimere il nostro apprezzamento con ansiti e sibilii potentissimi. Enea si lamentò che l'interprete maschile copriva continuamente l'interprete femminile e urlava "Via di lì, facci vedere!". Nonno Celso che aveva visto l'ultima coscia nel 1936 e non si ricordava neanche più se era di tacchino, rimase a bocca aperta con le mani in tasca per quel giorno e per i sedici anni successivi. Dante il rappresentante faceva il vissuto e diceva che roba così a Roma si vedeva tutte le sere per strada. La più in difficoltà era naturalmente Iris, alla quale Cesarino chiedeva in continuazione se era proprio Bambi.
- Come no - rispondeva la mamma.
- Ma dov'è?
- Adesso arriva.
Lo choc fu così forte che Cesarino, ancora oggi che ha quarant'anni, ogni volta che va a letto con la moglie lascia la porta aperta perché, dice, magari arriva Bambi.
Finì il primo tempo, segnalato da un fittissimo lancio di birre dalla finestra del bar.
Quando cominciò il secondo tempo da dentro al cinema salirono urla disumane e applausi. Si radunò un po' di gente in strada e Ritona la barista commentò che, dal casino che stava succedendo, doveva essere proprio un gran bel film. E poco dopo, lei e le altre quattro amiche entrarono dentro.
Dopo un minuto dalla finestra del cinema fecero segno agli altri di venire subito perchè era roba dell'altro mondo. Ed entrarono i vecchi e anche le vecchie e i bambini, tanto che il notaio e la sarta democristiana andarono a chiamare il prete.
-Don Calimero, gridarono, Sodoma e Gomorra! Tutto il paese è a vedere il film porcografico. Sono entrate anche le donne e i minori!
Don Calimero si precipitò davanti allo Splendor e con orrore sentì provenire dall'interno una canea di fischi, urla ed esclamazioni di incitamento "Vai vai, vai così che ce la fai".
-Dio mio,cosa è mai diventata la mia parrocchia, pensò, tornò di corsa in chiesa, prese il turibolo più grosso che aveva e si apprestò a sgomberare la sala con i lacrimogeni.
Apparve sulla porta del cinema roteando il sacro attrezzo e gridando:
-Porci, mi meraviglio di voi! Tutti fuori di qui! Non permetterò nella mia parrocchia questa igobile esibizione di glutei e cosce e...
Di colpo Don Calimero ammutolì, guardando lo schermo. Da verde divenne bianco poi rosso congestionato. Un'espressione di rapimento gli si dipinse sul volto. Poi con tutto il fiato che aveva in gola urlò:
-Forza Coppiiiiiiii!
Era successo che, per sbaglio, l'operatore aveva proiettato, al posto del secondo tempo, il cinegiornale con la vittoria di Coppi al giro d'Italia. Ce lo facemmo proiettare tre volte, e sei volte l'arrivo allo Stelvio.
Il giorno dopo il commento fu:
"Coppi è bestiale. Pensa, nel primo tempo scopa per un'ora di fila, poi salta in bicicletta e vince."
 

epremte

Primus registratum
Re: Dedikime

stefano benni

Il Re Moro

Il Re Moro entrò nella scuderia. Sul volto d'ebano brillavano gli occhi feroci che tanto terrore incutevano ai nemici durante le battaglie. Osservò i due cavalli, uno bianco e uno nero, purosangue di incredibile bellezza. Li valutò attentamente poi, con fare deciso, mosse verso il cavallo bianco. Fu questione di pochi attimi: il cavallo, con un doppio balzo, si avventò sul Re Moro e lo mangiò.

Il Re si era dimenticato di essere il re degli scacchi.
 

Erind

Forumium maestatis
Re: Dedikime

</font><blockquote><font class="small">Citim:</font><hr />
stefano benni

Il Re Moro

Il Re Moro entrò nella scuderia. Sul volto d'ebano brillavano gli occhi feroci che tanto terrore incutevano ai nemici durante le battaglie. Osservò i due cavalli, uno bianco e uno nero, purosangue di incredibile bellezza. Li valutò attentamente poi, con fare deciso, mosse verso il cavallo bianco. Fu questione di pochi attimi: il cavallo, con un doppio balzo, si avventò sul Re Moro e lo mangiò.

Il Re si era dimenticato di essere il re dei sudoku

[/ QUOTE ]
 

alinos

Forumium maestatis
Re: Dedikime

Which are You?

THERE are two kinds of people on earth to-day;
Just two kinds of people, no more, I say.

Not the sinner and saint, for it's well understood,
The good are half bad, and the bad are half good.

Not the rich and the poor, for to rate a man's wealth,
You must first know the state of his conscience and health.

Not the humble and proud, for in life's little span,
Who puts on vain airs, is not counted a man.

Not the happy and sad, for the swift flying years
Bring each man his laughter and each man his tears.

No; the two kinds of people on earth I mean,
Are the people who lift, and the people who lean.

Wherever you go, you will find the earth's masses,
Are always divided in just these two classes.

And oddly enough, you will find too, I ween,
There's only one lifter to twenty who lean.

In which class are you? Are you easing the load,
Of overtaxed lifters, who toil down the road?

Or are you a leaner, who lets others share
Your portion of labor, and worry and care?

Ella Wheeler Wilcox
 

alinos

Forumium maestatis
Re: Dedikime

per Danae /pf/images/graemlins/smile.gif

The Paradox of Time
(A Variation on Ronsard)

"Le temps s'en va, le lemps s'en va, ma dame!
Las! le temps non: mais NOUS nous en allons!"

TIME goes, you say? Ah no!
Alas, Time stays, we go;
Or else, were this not so,
What need to chain the hours,
For Youth were always ours?
Time goes, you say?--ah no!

Ours is the eyes' deceit
Of men whose flying feet
Lead through some landscape low;
We pass, and think we see
The earth's fixed surface flee:--
Alas, Time stays,--we go!

Once in the days of old,
Your locks were curling gold,
And mine had shamed the crow.
Now, in the self-same stage,
We've reached the silver age;
Time goes, you say?--ah no!

Once, when my voice was strong,
I filled the woods with song
To praise your "rose" and "snow";
My bird, that sang, is dead;
Where are your roses fled?
Alas, Time stays,--we go!

See, in what traversed ways,
What backward Fate delays
The hopes we used to know;
Where are our old desires?--
Ah, where those vanished fires?
Time goes, you say?--ah no!

How far, how far, O Sweet,
The past behind our feet
Lies in the even-glow!
Now, on the forward way,
Let us fold hands, and pray;
Alas, Time stays,--we go!

Austin Dobson
 
M

Mortal

Guest
Re: Dedikime

Inside of me

Something deep inside of me
Unlocks my heart and sets me free
It lets my soul wander far
Not into light but into dark
From the grave I come alive
Out in the dark loathing night
Pressure builds inside of me
And sets me on a killing spree
This hatred in me burns so bad
To see me in this state is sad
But my fate ungodly set
The "Darkness" and I have clearly met
He grants me power, an eternal life
But for this, I pay a price
Foolishly i did agree
To be his queen for eternity



............................

A Broken Mirror

A Broken Mirror
A Distorted Face
A Shattered Heart
A Clear Distaste

A Fallen Tear
A Reddened Eye
A Downturned Mouth
A year Gone By

A Loaded Gun
A Finished Fear
A bloodied Wall
A Broken Mirror
 

adarocks

Forumium praecox
Re: Dedikime

vorrei stare nelle tue labbra
per spegnermi nel bianco dei tuoi denti

vorrei stare nel tuo petto
per disfarmi in sangue..
 

alinos

Forumium maestatis
Re: Dedikime

</font><blockquote><font class="small">Citim:</font><hr />
kshu meson ti mi ???

[/ QUOTE ]

/pf/images/graemlins/crazy.gif nuk e bej me /pf/images/graemlins/shrug.gif /pf/images/graemlins/laugh.gif
 

kelmendielvis

Primus registratum
Re: Dedikime

Ne flegra te hundes akoma kam aromen tende...
Ne buze te mija akoma ndjej shijen e lekures tende....
Ne brendesin time akoma te kam...
 

abs

nuk e di...
Re: Dedikime

<font color="pink">Per Mimin perqafimin me te ngrohte nga bubi jot </font>


<font color="pink"> Vec nje rreze seshte gjith dielli
vec nje lule s eshte pranvere
vec perqafimi qe m fal Mimi
mbetet zjarr qe m ngroh perhere... </font>




fiori3.gif
fiori3.gif
fiori3.gif
 

abs

nuk e di...
Re: Dedikime

<font color="pink"> ...me tha: Shume danke /pf/images/graemlins/angel.gif dhe me te dergu nje perqafim special. </font> /pf/images/graemlins/wub.gif
 

Hellena

Primus registratum
Re: Dedikime

Edhe njehere po te kthehesha ne kohe , dhe njehere po te rijetoja ato momente , prape do beja te njejtat gabime , ashtu eshte me bukur , me pelqen dhimbja .. per disa mallkim e per mua dhurata me e bukur qe ma dha jeta ...
/pf/images/graemlins/confused.gif
 

abs

nuk e di...
Re: Dedikime

Nasha mia /pf/images/graemlins/wub.gif Shpirt, te kam ne zemer e te du shume shume fort.

S'gjej fjale te sakte t'ju falenderoj te gjithve /pf/images/graemlins/wub.gif, ndiehem e Lumtur.

Faleminderit /pf/images/graemlins/wub.gif
 

Qerratai

Primus registratum
Re: Dedikime

[...]

"IF" - Rudyard Kipling

If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you,
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise:

If you can dream-and not make dreams your master;
If you can think-and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two imposters just the same;
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools:

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: "Hold on!"

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings-nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,
And-which is more-you'll be a Man, my son!
 
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