Re: Italia nderron rruge!!!
paske bo kerdine issi
po ne po shfrynim nervat o djale se nuk na u rr... fort per politikanet italiane.
nejse
vazhdojme me telenovelen passgjedhore ne itali
ROMA - Le distanze tra il premier Silvio Berlusconi e il leader dell'Unione Romano Prodi continuano a essere siderali. Il Professore ribadisce che la vittoria è del centrosinistra, che il premier deve ammetterlo e in più "presentare le proprie le scuse" per il polverone sui brogli poi, si potrà "iniziare a lavorare per il futuro". Secca la replica di Palazzo Chigi.
"Berlusconi - osserva il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti - ha dimostrato di voler avviare una trattativa seria aprendo due volte all'Unione ma da Prodi vengono solo prove muscolari e di chiusura. In una situazione di profonda spaccatura del Paese Prodi non ricuce ma sparge il sale sulle ferite". Messa così, l'ipotesi di una trattativa, anche solo per il futuro inquilino del Quirinale o, come si chiede dal centrodestra, anche per la Finanziaria o la missione in Iraq non sembra esattamente alla portata di mano. Chi ha potuto parlare con Berlusconi fa sapere che il leader di Forza Italia starebbe aspettando un segnale di apertura dal Professore e che le mosse di altri mediatori possono anche rappresentare un contributo positivo ma il leader della coalizione è Prodi e quindi è con lui che si tratta. Prodi ha però scelto ormai da tempo una linea intransigente: nessun passo finché Berlusconi non ammetterà almeno di aver perso.
"Se la Cdl avesse vinto con un voto in più - puntualizza il portavoce del Professore Silvio Sircana - Berlusconi avrebbe governato...basta con questo buonismo della Casa delle Libertà perché non ci crede nessuno. Loro le elezioni le hanno perse e dopo tutti gli insulti che ci hanno riversato contro, accusandoci anche di brogli, devono chiedere scusa. Non si accettano lezioni di bon ton politico né di senso dello Stato da chi ha incendiato le polveri fino a ora". Come se non bastasse ad arroventare il clima arriva il 'caso' della 'Lega Alleanza Lombarda' lanciato dall'ex-ministro delle Riforme e 'padre' della nuova legge elettorale Roberto Calderoli. Per il senatore leghista i voti (45.580) della lista 'Lega Alleanza Lombarda' che si è presentata coalizzata con l'Unione ma solo in una circoscrizione (Lombardia 2) alla Camera, non andrebbero computati ai fini dell'attribuzione del premio di maggioranza che è nazionale e che quindi andrebbe alla Cdl visto che l'Unione lo ha guadagnato con soli 25.000 voti di scarto.
"In nessun punto della legge - è la replica dell'Ulivo - è previsto un numero minimo di circoscrizioni in cui presentare la lista. Calderoli deve imparare a leggere ciò che dice di aver scritto...". Non sarà esplicitato, osserva il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa dando man forte a Calderoli, ma sta comunque "nello spirito e nella lettera della legge" perché la stessa cosa vale per la Val D'Aosta e la circoscrizione Estero e nel testo si parla di 'circoscrizioni' e non di 'circoscrizione'. La Cassazione, ragiona La Russa, dovrebbe quindi tener conto di questa osservazione e assegnare a questo punto il premio di maggioranza della Camera alla Cdl. Al di là degli aspetti 'tecnici', comunque il clima tra Cdl e Unione non è certo dei migliori. E l'unica prospettiva di dialogo pare essere quella sul futuro inquilino del Quirinale. Dopo l'intervista di ieri del presidente della Quercia Massimo D'Alema, oggi è il segretario dei Ds Piero Fassino a parlare di un dialogo possibile sul Colle.
"Ci sia un riconoscimento chiaro dell'esito elettorale - invita Fassino - e poi cerchiamo convergenze per l'elezione del capo dello Stato". Una linea condivisa anche dalla Margherita. Dal Nazzareno si fa sapere che resta la disponibilità al dialogo ma "nella chiara distinzione dei ruoli di maggioranza e opposizione" ed escludendo ogni ipotesi di governissimo, larghe intese o "altri pasticci". Qualcuno, poi, fa rientrare nel capitolo della mediazione anche la vicenda delle vacanze pasquali passate dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini e dal presidente Ds Massimo D'Alema nella stessa località in Puglia.
"San Domenico - osserva il dalemiano Peppino Caldarola - è una bella località, poi, però, se si vuole per forza fare una lettura politica allora si può osservare che se è necessario pacificare si cercano gli uomini di pace. Se hai uno che sta col fucile al piede è chiaro che cerchi chi ha già scaricato le pallottole". Insomma uno come come il leader centrista che, al di là della campagna elettorale, ha "una cultura politica molto istituzionale". Dallo staff del presidente della Camera, però, ci si affretta a dire che "Casini è in vacanza con la famiglia e non ha incontrato ne ha nessuna intenzione di incontrare altri esponenti politici".
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