Ying e Yang
Il Plagio è il reato di colui che sottopone una persona al proprio potere in modo da ridurla in uno stato di totale soggezione.
Troppo difficile la differenziazione tra una opinione arbitraria e una opinione invece fondata, tra un legittimo convincimento e una soggezione, tra una sana o una insana passione, tra una follia d’amore e un amore folle.
Ma nonostante tutte queste difficoltà il plagio di fatto esiste, e centinaia di migliaia di persone, ogni giorno, in tutti i paesi della terra, lo subiscono e ne sono devastate. Migliaia di persone vengono plagiate senza avere il benché minimo sospetto che un Ladro è penetrato nella loro anima e li sta derubando della propria libertà interiore.
Ma attenzione: non si deve credere che tutti costoro siano vittime inermi di spietati aguzzini. Piuttosto è vero che affinché il plagio si configuri devono interagire determinate condizioni psichiche presenti sia nella struttura della personalità del plagiato nonché in quella del plagiario. Per questo, anche se con tutte le precauzioni del caso, possiamo parlare di una psicodinamica del plagio.
Se perciò andiamo ad esaminare le condizioni psichiche preliminari ad uno stato di soggezione, il primo luogo comune da sfatare è la presunta stupidità di tutte le vittime del plagio. Anche se è innegabile che tra loro, qualche rara volta, sia rintracciabile qualcuno che presenti un deficit intellettivo più o meno evidente, nella maggior parte dei casi è vero il contrario: e cioè che tutte queste persone hanno un quoziente intellettivo più che sufficiente, se non addirittura superiore alla media. Un’intelligenza che verrà poi infatti messa a disposizione della causa abbracciata.
Anni di ricerche psichiatriche permettono di affermare che non è quasi mai nell’ambito mentale che va ricercato il punto debole delle potenziali vittime, ma sempre ed esclusivamente nell’ambito emozionale. Le persone che maggiormente sono disposte al plagio presentano infatti, tutte quante, una profonda insicurezza interiore, una sorta di Vuoto dell’Io o, meglio ancora, di Buco Nero dell’Io che, a dispetto del ruolo sociale o professionale che possono anche aver raggiunto, li fa comunque sentire inadeguati, incapaci o insicuri. In altre parole Vuoti, non in contatto con quella istanza interiore che dovrebbe formare il centro di riferimento di tutti gli altri elementi della personalità.
E i motivi per cui questo centro interiore non si è formato o, se si è formato, è comunque debole o distorto, sono da ricercare nei temi che hanno caratterizzato la storia di ognuna di queste persone. In altre parole, nelle tappe del loro processo evolutivo. L’anaffettività di uno o di entrambi i genitori, l’eccessiva severità e pretenziosità degli educatori, la mancata trasmissione di modelli in grado di veicolare le risorse e le energie del bambino, sono solo alcuni dei motivi che possono essere riconosciuti come elementi comuni del terreno psichico su cui potrebbe impiantarsi – ove se ne creasse l’occasione – la pianta parassitaria del plagio e del fanatismo.
Un’altra individualità, con le stesse identiche caratteristiche, ma non incentrata sul culto di se stessa, potrebbe produrre una ricchezza infinita e donarla al mondo senza nulla chiedere in cambio. Ed è quello che, nella storia dell’evoluzione umana, hanno realizzato tanti studiosi, scienziati, artisti, condottieri, leader politici di ogni epoca e cultura. Donare se stessi per una causa o un bene comune, per una idea, per una passione… ma senza pretenderne poi, più o meno esplicitamente, l’esaltazione del sé. Ma il potenziale plagiario non ha questa risorsa: per quanto paradossale possa sembrare, in fondo all’anima egli presenta lo stesso Grande Vuoto di tutti coloro che si troverà a plagiare, la stessa sostanziale incapacità di poggiare su se stesso in totale autonomia. Solo che, se possiamo immaginare la condizione interiore dei primi come un Vuoto-a-perdere, la sua appare piuttosto come un Vuoto-a-prendere.
è così difficile, se non addirittura impossibile, risvegliare una persona plagiata e ricondurla ad uno stato di autentica autocoscienza: perché inconsciamente essa sa che se lasciasse cadere l’illusione si ritroverebbe con quella stessa mancanza dell’Io, quello stesso grande vuoto d’amore, di senso e di significati che avevano precedentemente caratterizzato la sua vita interiore.
La totale mancanza di senso critico (logico ed estetico) nei plagiati è, infatti, la dimostrazione più evidente o, se vogliamo, la prova inconfutabile della loro condizione interiore di succubanza.
Artikull i Piero Priorini