Re: kenge arbereshe
LA FANCIULLA ONESTA
C'era una volta una mamma che aveva due figlie. Un giorno una si ammalò e il medico le ordinò di mangiare cicorie. La madre e la sorella andarono a raccoglierle, ma ne trovarono poche. La mattina dopo, la figlia prese lo zaino e andò di nuovo in cerca di cicorie; ne vide in un fosso e scese a raccoglierle. Quando ebbe finito, non poté più risalire. Si trovò a passare di lì il figlio del re, che, vedendo una ragazza così bella, le si avvicinò e le disse :
- Se vuoi che ti tiri fuori debbo baciarti. Altrimenti stai pure lì.
- Va' al diavolo, porco, non voglio essere baciata da te.
L'infelice ragazza restò dentro il fosso. Il principino passò di nuovo:
- Se mi dai un bacio, ti leverò dal fosso.
- Meglio morire piuttosto che essere baciata da un giovane.
Il principino ebbe compassione, le diede una mano e la tirò fuori. Poi le diede un vasetto pieno di miele e le disse:
- Va' in quel palazzo dove troverai le maghe che filano e spalma il fuso con il miele. Bada che ti daranno:"sali, sali", ma tu non salire altrimenti ti mangeranno. Quando diranno: "il figlio del re è a cavallo", sali perché non ti faranno niente.
La fanciulla, infatti, salì quando le maghe le dissero:"il figlio del re è a cavallo".
-Devi pulire la stalla in cinque minuti altrimenti ti mangeremo,-le dissero. La fanciulla quando vide quel gran cumulo di stabbio, si mise a piangere. Il figlio del re le disse:
-Se mi dai un bacio, te lo rimuovo io.
-Lascia che mi mangino, non voglio essere baciata da nessuno. Il principe, in poco tempo, le fece trovare la stalla pulita come uno specchio. Allora la fanciulla chiamò le maghe e disse:
- Venite a vedere se vi piace.
- Adesso devi lavare i piatti, -risposero quelle.
Siccome i piatti erano tanti, lei, poverina, si mise a piangere. Tornò di nuovo il principino, che le disse:
-Baciami, ché te li lavo io.
-Preferisco morire piuttosto che essere baciata.
Ma anche se la ragazza non l'aveva baciato, il giovane le fece trovare i piatti lavati e lucenti come l'oro. Allora la fanciulla chiamò le maghe:
- Venite a vedere.
- Adesso ci deve riempire i sacconi del letto con piume di uccelli. - le dissero. La fanciull, poverina, si mise nuovamente a piangere. Andò il principino:
-Perchè piangi ?
-Debbo riempire questi sacconi con piume di uccello e non so dove prenderle.
Il giovane le insegnò la canzone dell'uccello e in un attimo i sacconi si trovarono pieni di piume. Poi la magha le disse:
-Ora devi andare a prendere il lievito.
Il principe la istruì:
-Bada che devi attraversare un bosco. Arrivata là dovrai dire: "oh quanto è bello questo bosco ! ". Poi dovrai gurdare un fiume, presso il quale dirai:"oh quanto è bello questo fiume !". Più in là vedrai un forno e dirai:"com'é bello questo forno !".
La fanciulla partì e andò nel luogo indicato. Le padrone di casa le dissero:
-Siediti, siediti, che mangeremo qualcosa.
Ma invece di apparecchiare la tavola, andarono in una stanza a mettersi i denti di ferro per mangiare la fanciulla, la quale però le vide dal buco della serratura e fuggì. Quelle gridavano:
-Forno, bruciala !
-No, perché mi ha detto che sono bello,- disse il forno.
-Bosco, nascondila e non lasciarla uscire !
-No, perché quando è passata di qui, mi ha detto che sono buono,- disse il bosco.
-Fiume, annegala, annegala !
-No, perché quando è passata di qui mi ha detto che sono bello,- disse il fiume.
Così la ragazza arrivò sana e salva dalle maghe, le quali la misero in un pozzo con due ceri accanto affinché si consumasse e si liquefacesse, proprio come la cera. Il figlio del re, che nel frattempo si era sposato, andò là e condusse anche la moglie. Quando vide la ragazza nel pozzo disse:
-Mi dai un baci, che ti faccio uscire ?
La moglie disse:
-Cambi una castagna con una mela ?
Poiché al figlio del re la ragazza faceva tanto, la tirò fuori dal pozzo e mise al suo posto la moglie. Poi la sposò, anche se il permesso di baciarla non l'aveva ancora avuto.
Tanto vale l'onestà.
Narratrice: Anna Favale, Eianina.