HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

komino

Valoris scriptorum
HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

nuk eshte nje teme per te shprehur kujtimet e gjyshes se sa mire jetohej ne "kohen e partise" apo ne "kohen e zogut" apo ne kohen e italianit etj

ata qe jane te interesuar dhe qe kane mundesi mund te sjellin informacione statistikore mbi mireqenien e shqipetareve ne vitet '900 dhe mbi menyrat se si eshte arritur kjo mireqenie

si baze mendoj se mund te merret prodhimi i brendshem bruto ne vite

mbase dikush nga ju ka informacione te vlefshme dhe mund ti ndaje me te tjeret
 

komino

Valoris scriptorum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

sa per te hyre ne teme

mund te lexoni nje rraport te unicef ne vitin 2000 mbi gjendjen e pergjithshme te shqiperise
ketu ne pdf
 

komino

Valoris scriptorum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

nje punim nga universiteti i modena mbi ekonomin shqiptare 1912-39

mund ta shkarkosh ne pdf ketu
qe ta lexosh "me terezi"
 

komino

Valoris scriptorum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

Sommario
1. Quadro generale dell'economia albanese all'inizio del secolo
1.1. Introduzione
1.2. Un breve excursus storico
1.3. Lo stato della economia albanese nei primi decenni del secolo
1.4. Il rapporto Calmes
2. L’ arretratezza finanziaria e reale dell'economia albanese
2.1. La costruzione delle istituzioni monetarie e lo stabilirsi della influenza italiana
2.2. Il Trattato sul Commercio
2.3. Scambi Commerciali
2.4. L’arretratezza dell' economia albanese
2.5. Caratteristiche produttive della agricoltura albanese
2.6. L’arretratezza degli altri settori economici
2.6.1. Il legname
2.6.2. L’ allevamento
2.6.3. L’industria estrattiva e la circolazione stradale e ferroviaria
2.6.4. Il settore industriale
2.6.5. Occupazione
3. Il reddito nazionale albanese: tentativi di stima
4. Crisi del 1929
5. L’invasione italiana
 

komino

Valoris scriptorum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

i ashtuquajturi TRANZICIONI

rasti shqiptar i trajtuar nga nje profesor i universitetit te barit (qytetit jo te klubit /pf/images/graemlins/laugh.gif ) ne pdf

kliko ketu
 

komino

Valoris scriptorum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

parathenia e punimit te mesiperm


UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI
FACOLTA’ DI ECONOMIA
APPUNTI DI ECONOMIA PUBBLICA
Corso impartito dal Prof. Antonio Troisi
“La transizione economica ed
il caso dell’Albania”
a cura di Fabio Mastrodonato – Bari 2002ഊPREMESSA
Alla fine degli anni ottanta e nei primi anni novanta i Paesi
socialisti dell’Europa Centro Orientale e molti di quelli risultanti dalla
dissoluzione dell’ex Unione Sovietica vivono una esperienza che
caratterizzerà i nuovi assetti sociali, economici e politici di questi
territori e di riflesso l’identificazione degli stessi nel contesto
mondiale.
La caduta del muro di Berlino, la scelta coraggiosa della
Polonia possono essere intese come il proscenio di un programma, ben
più vasto e sorprendente per potenzialità, che la glasnost e la
perestrojka avrebbero condotto negli stessi anni.
È il fallimento dei regimi comunisti a mandare in stallo i Paesi
sopra citati e ad originare un meccanismo di grandi trasformazioni.
La nuova tendenza sembra non essere più la riforma
economica del vecchio sistema socialista in cui vigevano:
monopolio comunista del potere
proprietà statale
pianificazione centrale
ma la “sostituzione” con principi di ispirazione politica
diametralmente opposta che sovvertivano tali regole.
2ഊAlcuni sistemi economici erano basati sullo stalinismo puro
dedito all’industria pesante ma non curante del necessario apporto
dello sviluppo tecnologico; la chiusura intransigente alla
collaborazione internazionale in ogni campo e l’aumento dei tassi di
investimento rallentava inesorabilmente la crescita del paese.
La pianificazione centralizzata comprimeva la libertà
economica, e non solo, controllando attraverso le imprese pubbliche i
settori strategici.
I subdoli muri di cinta delle economie controllate e gli
equilibri interni, bilanciati in quanto protetti, vengono meno con il
crollo del comunismo, con la dissoluzione del CMEA o
COMECON(Consiglio di Mutua Assistenza Economica), con gli aiuti
internazionali ma il panorama che si affronta, al di là della sconfitta
del regime, propone variabili economiche incontrollabili e soggette a
un meccanismo di reazione tutto nuovo.
Le economie di transizione quindi, così come sono state
definite quelle che hanno vissuto, o che meglio, stanno vivendo il
cambiamento da economie di comando verso economie market
oriented, testimoniano il passaggio alla storia economica dei regimi
comunisti.
Resta invece ancora teorico lo sforzo di stilizzare in maniera
chiara ed esaustiva la fase dinamica.
3ഊFabio Mastrodonato – La transizione economica ed il caso dell’Albania
La definizione statistica del problema appare a tratti vaga, per
via spesso, della forte inattendibilità dei dati assunti ma illuminanti
lavori in corso, consapevoli delle difficoltà citate ben dosano le loro
stime.
Sino all’inizio del processo di transizione la crisi economica
che ha contraddistinto questi territori lasciava presupporre un ristagno
pesante ma controllabile.
Gli equilibri politici sembravano altresì robusti e il capolino di
un socialismo di mercato attraverso vaghi tratti di capitalismo non
preoccupava i blocchi direttivi del Partito Comunista.
Si parlava di rallentamento dello sviluppo economico ma non
già di declino o collasso, ipotesi sostenuta dal fatto che in crisi
apparivano gli indicatori degli stock (debito estero, offerta di moneta)
e non già dei flussi (bilancia commerciale, reddito, consumi reali): era
quindi una crisi di distribuzione e non di produzione.
Ben presto, però, le prospettive cambiano drasticamente.
Negli anni compresi tra il 1989 e i giorni nostri le ex economie
pianificate subiscono una congerie di interventi atti da un lato a
contenere la fisiologica crisi di un cambiamento radicale, dall’altro a
stimolare un profilo nuovo che non calza ancora bene la realtà: si
tratta di un rebus che non offre certo soluzioni univoche e chiare.
4ഊRisposte fuori dalle righe ai molteplici sforzi di implementare
equilibri macroeconomici, tuttavia, non mancano di stupire gli studiosi
basti citare il ruolo che in questo contesto ampiamente critico per
situazioni, per rimedi e per reazioni hanno avuto l’Albania, la Bulgaria
e la Romania nel primo periodo post-comunista.
Gli incaricati delle scelte di politica fiscale non sono stati
agevolati né dalla qualità né dalla quantità di dati trattati, limitati tanto
dalle guerre quanto da un fenomeno, quello dell’economia sommersa,
che attecchisce rapidamente in circostanze precarie come quelle in
discussione.
Le interferenze sono poi apparse nelle performances delle
riforme, alterate anch’esse da questi ostacoli oggettivi.
All’inizio del processo di transizione vigeva una linea di
condotta comune tra le istituzioni di Bretton Woods denominata
“Consenso di Washington” che proponeva una semplicistica visione
della situazione:
Transizione = Liberalizzazione + Privatizzazione.
In altri termini, si credeva che potesse essere sufficiente
liberalizzare i prezzi ed il commercio con l’estero nonché privatizzare
le imprese statali per far si che il mercato potesse regolarsi
autonomamente ma a 10 anni dalla caduta del muro di Berlino,
l’espressione sembra ben più lunga e complessa.
 

komino

Valoris scriptorum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

tani mbase na mungon vetem nje analize e periudhes komuniste

une nuk po gjej dot gje :shrug:
 

CoolAngel

Primus registratum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

hej gene gjeta pak informacion per ekonomine e Shqiperise pas luftes se dyte boterore por nuk kam kohe ta perkthej nga anglishtja.

The communists also undertook economic measures to expand their power. In December 1944, the provisional government adopted laws allowing the state to regulate foreign and domestic trade, commercial enterprises, and the few industries the country possessed. The laws sanctioned confiscation of property belonging to political exiles and "enemies of the people." The state also expropriated all German- and Italian-owned property, nationalized transportation enterprises, and canceled all concessions granted by previous Albanian governments to foreign companies.

The government took major steps to introduce a Stalinist-style centrally planned economy in 1946. It nationalized all industries, transformed foreign trade into a government monopoly, brought almost all domestic trade under state control, and banned land sales and transfers. Planners at the newly founded Economic Planning Commission emphasized industrial development, and in 1947 the government introduced the Soviet cost-accounting system.

In August 1945, the provisional government adopted the first sweeping agricultural reforms in Albania's history. The country's 100 largest landowners, who controlled close to a third of Albania's arable land, had frustrated all agricultural reform proposals before the war. The communists' reforms were aimed at squeezing large landowners out of business, winning peasant support, and increasing farm output to avert famine. The government annulled outstanding agricultural debts, granted peasants access to inexpensive water for irrigation, and nationalized forest and pastureland. Under the Agrarian Reform Law, which redistributed about half of Albania's arable land, the government confiscated property belonging to absentee landlords and people not dependent on agriculture for a living. The few peasants with agricultural machinery were permitted to keep up to forty hectares of land; the landholdings of religious institutions and peasants without agricultural machinery were limited to twenty hectares; and landless peasants and peasants with tiny landholdings were given up to five hectares, although they had to pay nominal compensation. Thus tiny farmsteads replaced large private estates across Albania. By mid-1946 Albanian peasants were cultivating more land and producing higher corn and wheat yields than ever before.
 

CoolAngel

Primus registratum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

The Precommunist Albanian Economy
The Albanians faced daunting developmental challenges when they declared independence in 1912 after some 500 years as part of the Ottoman Empire. Their medieval, patriarchal social structure necessarily stunted the growth of anything beyond the most rudimentary economic relationships. Subsistence and feudal agriculture so dominated Albania's economy in the state's early years that even trained carpenters, joiners, and blacksmiths were in short supply. Each family generally produced its own bread and meat as well as flax, wool, and leather. Many peasants used wooden plows and knew little about manures, artificial fertilizers, or crop rotation; most had no incentive to produce cash crops because they had no way to transport their output to a reliable market. A complete absence of good roads made interregional commerce almost impossible. The trip from Tiranë to Vlorë, for example, involved a sea journey; and although Shkodër's tradesmen exported skins by boat to Italy, their compatriots in Gjirokastër had to cross the Strait of Otranto to buy them from the Italians . There were also no roads across the Greek or Yugoslav borders capable of handling commercial traffic.

Albania's leaders lacked accurate data on the country's agricultural output, as well as on the extent and characteristics of its farmland, livestock herds, and oil and mineral deposits. President Ahmed Zogu (later king Zog) sought Italian protection for Albania 1925, entering into economic agreements that Italy used to exploit Albania's oil, chromite, copper, and iron-ore reserves. Albania remained backward, however. In the late 1920s, agriculture contributed over 90 percent of the national income although only 8 percent of the country's land area was under cultivation and the entire farm sector could boast only thirtytwo tractors . Even in 1938, Albania's industrial output amounted to less than 4 percent of national income, and annual per capita industrial production totaled about US$8. However, Italy did carry out extensive geological exploration, gauging for the first time the extent of Albania's mineral wealth. The Italians also improved Albania's infrastructure, modernizing Tiranë and constructing 1,500 kilometers of roads and several hundred bridges as well as Durrës harbor. World War II dealt Albania's economy severe setbacks except in the mining sector, where the mineral-hungry Italian and German occupying forces actually added to productive capacity. Durrës harbor and many of the country's roads and bridges, however, sustained damage during the war.

Data as of April 1992
 

Guest
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

Ne rradhe te pare ju lutem postoni materiale ne gjuhe shqipe.
Ne rradhe te dyte ju lutem shifini ku i merrni maerialet qe te jeni sa me realist.
Ne rradhe te trete pergezime per temen

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Meqe ketu flitet per ekonomine shqiptare,nuk do as leter e as kalem per te ndare hesapet.Dikujt do ti vije hidhur po te degjonte fjale te mira per vitet 45-93 por kur flitet per ekonomine nuk behet fjale as per parti e as per udheheqes por per popull!Ai qe perfiton nga rritja dhe zhvillimi i ekonomise,dhe ai qe humbet nga demtiti i ekonomise,eshte populli ne cdo rast.Desha te permend ketu rastin me te njohur ne bujqesine shqiptare te quajtur me emrin REFORMA AGRARE (viti 1948,me duket) e cila i dha toke te gjithe fshatareve.Por mos valle kjo e demtoi shoqerine?Aspak!Perkundrazi,ai qe deri dje mbante shtepine me nje dhi,tashme kishte mundesine te kishte prodhimin e tij dhe me pas te nxirrte dhe ne treg prodhimet bujqesore.Mirepo nje njeri cinik do thoshte: "Po pronari i tokes c'faj kishte?" dhe nje njeri me tru do thoshte: "Po mijera fshatar c'faj kishin qe skishin buke te hanin? Nqs pronare ka pasur 100 vete fshatare pa toke ka pasur 10 000."
Familja ime ka ne Tirane 22 dynym toke,dhe kur mendoj se ajo do te mbeste djerre them: "Hallall fshatareve dhe me pas (kolektivizimit)"
Tani lind pyetja: "Po Kolektivizimi cfare Ishte?"
Kolektivizimi lindi si pasoje e modeleve te politikes socialiste qe ndiqte shteti yne.Sigurisht qe per ato feudale qe humben tokat dhe bagetite e tyre,u duket krim kjo forme organizimi,por per popullin dhe njeriu me mend ehste e lehte te kuptoje se pa kolektivizim dhe krijimin e kooperativave sdo kishte zhvillim.Skenderbeu ka thene "PO TE JEMI TE BASHKUAR S'NA THYEN NJERI" dhe perse valle kjo te mos zbatohet ne cdo fushe te jetes?Nje perfitim i perbashket eshte me i mire se nje perfitim individual.Kete e tregojne te dhenat e INSTAT ne lidhje me tregun e brendeshem te kohes se 2 sistemeve politike dhe organizimit bujqesor.Gjithashtu e tregon dhe fakti se ne 3 komuna ne shqiperi fshataret u ri organizuan ne kooperativa te reja (para 2 muajsh) [kete e them per ato qe jane jashte,qe ta kene parasysh se c'fare ndryshimesh po ndodhin]...
Ketu fola pergjithesisht per bujqesine qe eshte nje dege e forte e ekonomise.Kush do te hapi debat politik eshte i mirepritur dhe te diskutojme dhe zhvillimin e ekonomise ne baze te sistemit dhe drejtimit te shtetit,dhe ne baze te financimeve te huaja! /pf/images/graemlins/smile.gif
Me Rrespekt Arditi
 

CoolAngel

Primus registratum
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

Ardit, faleminderit per informacionin dhe per sugjerimet. Ke shume te drejte qe me kerkon materialin te perkthyer ne shqip dhe per ate te kerkoj te falur perseri. Me sa kam kuptuar une kjo tema eshte me teper pershkrim i historise shqipetare nga kendveshtrimi ekonomik dhe jo apologji e ketij apo atij sistemi ekonomik ose politik. Prandaj edhe jam perpjekur te sjell fakte te ecurise ekonomike ne vijat historike (ti sigurisht ke te drejten per te gjykuar objektivitetin). Mbase ate diskutimin politik mund ta bejme ne nje forum tjeter. Ti si thua???
 

Guest
Re: HISTORIA e ekonomise shqiptare (jo politikes)

LemonDrop ne lidhje me materialet edhe une kerkova shqip por eshte e pamundur.Kjo tregon ungese zhvillimi tek shqipetaret.Vetem une krijoj ne muaj rreth 3 website dhe sme ka shkruar mendja kurre te bej nje per info ne lidhje me ekonomine,ushtrine apo politiken.Jemi shume te varfer ne mentalitet /pf/images/graemlins/frown.gif gjithesesi debatin po e hapim tek organizata /pf/images/graemlins/wink.gif Hapeni ju temen dhe me njoftoni ju lutem,
Rrespekte :kiss:
 
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