Grazie Robi!!!!!
[/url]
E si mos te jesh tifoz personal i ketij arstisti?
Baggio eshte esenca e futbollit..
Baggio mund te terhiqet po eshte i paharrueshem
Per te gjithe ata si puna ime qe enderruan me nje top te behen si Baggio...lexoni artikullin e
gazzetta dello sport
L'amichevole di Genova con la Spagna è stata la passerella finale in maglia azzurra per un grande campione. Che ha fatto innamorare milioni di tifosi.
GENOVA, 29 aprile 2004 - La serata in agrodolce di Genova ha scatenato tempeste di emozioni, e non solo in Roberto Baggio, grande protagonista dell'amichevole con la Spagna (1-1), ma anche in tutti quelli che a qualsiasi titolo vi hanno preso parte, fossero essi in campo con lui, in panchina, in tribuna o a casa davanti alla televisione. Queste turbolenze emotive rendono assolutamente impossibile giudicare obiettivamente la prova di Baggio. Il voto del divin codino nella sua partita non può che essere un voto alla carriera e, di conseguenza, è un voto altissimo.
Impossibile non vedere in ogni suo gesto sul campo di Marassi, la citazione, il riferimento a qualche suo colpo spettacolare di quelli che sono finiti per direttissima nella hall of fame di questo gioco e che portiamo tutti nel cuore. Baggio ha detto che quella di ieri sera è stata la partita più bella della sua storia. A parlare era evidentemente il cuore del fantasista di Caldogno, non la testa. Non esistono infatti paragoni credibili tra tocchi (pur aggraziati e pregevoli) e invenzioni della serata genovese e i suoi colpi più famosi, quelli conservati nelle cineteche sportive di tutto il mondo.
Con l'uscita di scena di Roberto Baggio si chiude di fatto un'era che già da tempo volgeva al crepuscolo. Roberto Baggio è l'ultimo artista di pura fantasia che è riuscito a diventare grande (anzi grandissimo) quasi esclusivamente grazie alle sue doti tecniche. La componente atletica in lui non è mai stata fondamentale. Fantasia pura si potrebbe dire. Genio assoluto, se preferite. Tra l'altro incastonato in un fisico tormentato da sempre. Ecco, il grande sforzo atletico di Roberto Baggio non è mai stato mirato a un potenziamento fisico; Roberto non ha mai lavorato per l'accrescimento, ma sempre e sempre più spesso per il mantenimento, per la riparazione.
Tutto ciò spiega almeno in parte il perché di una popolarità così diffusa. Baggio è l'ultimo (oltre che uno dei più grandi) eroe romantico di questo mondo. Un ragazzo che ha tanto sofferto e ha tanto lottato, conquistando molto, ma anche mancando molti appuntamenti con la buona sorte. Di lui, è vero, ci resteranno le grandi giocate e i gol spettacolari, ma anche i momenti sfortunati: le partite perse ai rigori, i trofei sfuggiti per un soffio, le tante incomprensioni con i tecnici che lo hanno allenato, i molti infortuni. Baggio è l'eroe perfetto, completo di gioie e di dolori, di cadute e resurrezioni. Il suo personaggio sembra uscito da un poema omerico, la sua storia tratteggiata dalla penna di Shakespeare. Tutti quanti dobbiamo ringraziare il dio del pallone per averci fatto dono di un simile campione. Tutti abbiamo il dovere morale di coltivare la memoria delle sue gesta e di tramandarle alle generazioni future, ben coscienti del fatto che di giocatori come lui non se ne sono visti tanti negli ultimi 100 anni e si farà sempre più fatica a vederne. Grazie ancora Robi.
E si mos te jesh tifoz personal i ketij arstisti?
Baggio eshte esenca e futbollit..
Baggio mund te terhiqet po eshte i paharrueshem
Per te gjithe ata si puna ime qe enderruan me nje top te behen si Baggio...lexoni artikullin e
gazzetta dello sport
L'amichevole di Genova con la Spagna è stata la passerella finale in maglia azzurra per un grande campione. Che ha fatto innamorare milioni di tifosi.
GENOVA, 29 aprile 2004 - La serata in agrodolce di Genova ha scatenato tempeste di emozioni, e non solo in Roberto Baggio, grande protagonista dell'amichevole con la Spagna (1-1), ma anche in tutti quelli che a qualsiasi titolo vi hanno preso parte, fossero essi in campo con lui, in panchina, in tribuna o a casa davanti alla televisione. Queste turbolenze emotive rendono assolutamente impossibile giudicare obiettivamente la prova di Baggio. Il voto del divin codino nella sua partita non può che essere un voto alla carriera e, di conseguenza, è un voto altissimo.
Impossibile non vedere in ogni suo gesto sul campo di Marassi, la citazione, il riferimento a qualche suo colpo spettacolare di quelli che sono finiti per direttissima nella hall of fame di questo gioco e che portiamo tutti nel cuore. Baggio ha detto che quella di ieri sera è stata la partita più bella della sua storia. A parlare era evidentemente il cuore del fantasista di Caldogno, non la testa. Non esistono infatti paragoni credibili tra tocchi (pur aggraziati e pregevoli) e invenzioni della serata genovese e i suoi colpi più famosi, quelli conservati nelle cineteche sportive di tutto il mondo.
Con l'uscita di scena di Roberto Baggio si chiude di fatto un'era che già da tempo volgeva al crepuscolo. Roberto Baggio è l'ultimo artista di pura fantasia che è riuscito a diventare grande (anzi grandissimo) quasi esclusivamente grazie alle sue doti tecniche. La componente atletica in lui non è mai stata fondamentale. Fantasia pura si potrebbe dire. Genio assoluto, se preferite. Tra l'altro incastonato in un fisico tormentato da sempre. Ecco, il grande sforzo atletico di Roberto Baggio non è mai stato mirato a un potenziamento fisico; Roberto non ha mai lavorato per l'accrescimento, ma sempre e sempre più spesso per il mantenimento, per la riparazione.
Tutto ciò spiega almeno in parte il perché di una popolarità così diffusa. Baggio è l'ultimo (oltre che uno dei più grandi) eroe romantico di questo mondo. Un ragazzo che ha tanto sofferto e ha tanto lottato, conquistando molto, ma anche mancando molti appuntamenti con la buona sorte. Di lui, è vero, ci resteranno le grandi giocate e i gol spettacolari, ma anche i momenti sfortunati: le partite perse ai rigori, i trofei sfuggiti per un soffio, le tante incomprensioni con i tecnici che lo hanno allenato, i molti infortuni. Baggio è l'eroe perfetto, completo di gioie e di dolori, di cadute e resurrezioni. Il suo personaggio sembra uscito da un poema omerico, la sua storia tratteggiata dalla penna di Shakespeare. Tutti quanti dobbiamo ringraziare il dio del pallone per averci fatto dono di un simile campione. Tutti abbiamo il dovere morale di coltivare la memoria delle sue gesta e di tramandarle alle generazioni future, ben coscienti del fatto che di giocatori come lui non se ne sono visti tanti negli ultimi 100 anni e si farà sempre più fatica a vederne. Grazie ancora Robi.